22 Jan RIFLESSIONI SULL’EMOZIONE PAURA

La prima causa di tutti gli squilibri e le perturbazioni che si determinano nel nostro campo di energia è l’ emozione paura.
Esaminiamo dunque l’azione della paura sulla nostra salute nei vari passaggi (fasi) vitali (Vedi Nota 1).

  1. Vita embrionaria. Chiamiamo “paura” il movimento reattivo della cellula fecondata a stimoli avversi. In questo caso l’imprinting di sistema è cellulare, in quanto risale ad un periodo della nostra esistenza in cui non potevamo ancora vivere le emozioni. La paura, soprattutto nella fase embrionaria, è la risposta cellulare ad un trauma, come per esempio una minaccia di aborto. C’è una correlazione tra l’imprinting di allarme in questa fase e la formazione del sistema immunitario. L’ informazione cellulare memorizzata sarà una alterazione del ritmo nella pulsazione di campo.
  2. Vita fetale . Il secondo tipo di paura è legata ad una perturbazione (o ad una condizione sfavorevole) che si determina dopo la formazione delle strutture cerebrali. Può risalire alla fase fetale oppure al periodo immediatamente dopo la nascita. In questo caso la correlazione è con una alterazione del Sistema Nervoso Vegetativo, ovvero con le funzioni organiche involontarie, ovvero battito cardiaco, respirazione, digestione.
  3. Vita infantile. Il terzo tipo di paura è più strettamente legato all’emozione come noi la conosciamo: paura come emozione legata alla nostra sopravvivenza. Non è negativa. Non va evitata. L’ emozione paura in relazione ad una minaccia reale, innesca reazioni funzionali alla vita. Bisogna distinguere tra una sana (e transitoria) reazione di paura e “campo allarmato”. Quest’ ultimo crea una alterazione dei meccanismi neurovegetativi e neuromuscolari. Ovvero si alterano insieme, per un effetto domino, tutti i meccanismi di regolazione del sistema nervoso, ma anche delle modalità motorie. E’ nei primi tre anni di vita che avviene la formazione di una corazza, ovvero l’insieme delle modalità emozionali, di pensiero, di relazione e di funzionamento fisiologico che si concretizzano nel corpo. Gli irrigidimenti derivano dalle emozioni. Le emozioni sono leggibili nella struttura corporea.

Qual è l’aspetto più interessante?

E’ che le esperienze emozionali – relazionali, insieme con i relativi schemi mentali ad esse legate, sono leggibili nella strutturazione muscolo scheletrica individuale. Lavorando a livello corporeo le andiamo a smuovere. Dolore, paura, rabbia, rifiuto, con le relative memorie individuali, o sganciate da specifiche memorie, sono INTRAPPOLATI in una catena muscolare, ma più specificamente in alcuni organi o parti specifiche ( in una mandibola contratta, in un torace irrigidito, in un diaframma bloccato).

Qual è la soluzione per ripristinare il funzionamento sano?

Non possiamo forzare o rompere gli equilibri faticosamente raggiunti, e FUNZIONALI alla sopravvivenza. Dobbiamo rispettarli. Lo scioglimento dei blocchi che trattengono energia deve essere graduale, permettendo a questa energia trattenuta o bloccata di riscorrere nuovamente, in modo via via più consistente. E’ è come se ci fosse un effetto di risonanza tra ciò che comincia a rifluire sia nella memoria corporea sia a livello mentale, con ciò che è sano nella persona, ovvero ciò che possiamo chiamare aspetto vitale, principio di piacere, della persona stessa. Questo effetto di risonanza si comunica, e contagia, piano piano tutto, emozioni, pensieri, azione.
Una malattia, sia essa psichica o somatica, è sostenuta da aspetti tossici: la tossicità delle emozioni, ma anche dei pensieri. C’è un rapporto tra malattia, linguaggio e pensiero. Un pensiero (e il linguaggio verbale, la parola) può sostenere il meccanismo di autoproduzione di una patologia, o il processo di guarigione.

Nota 1: Per fasi intendiamo: i periodi vitali a cui risalgono esperienze che creano un imprinting sia psicologico sia fisiologico, e i passaggi tra una fase e l’altra come periodi critici in cui si snoda la nostra evoluzione