02 Sep Ipnodanzamovimentoterapia

Che cos'è l' ipnodanzamovimentoterapia? E' una esperienza integrata di danzamovimentoterapia e ipnosi per adulti di ogni età, anche senza alcuna esperienza. Muoversi sotto induzione ipnotica o procurare un leggero stato di trance attraverso il movimento individuale, interpersonale o transpersonale. E' stata messa a punto da Viola Scialanca, Psicologa, Danzamovimentoterapeuta, ipnotherapist e counselor. Sarà possibile partecipare ad un incontro intitolato La Chiave, il 1° ottobre prossimo, presso la sede dell'Associazione Huna, in Via Ponton di Sotto 14 a Manziana Per INFO: 3478589352 oppure 3394646922 ...

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02 Sep L’Ideale dell’Io

L’ideale dell’io, è una istanza che ha la funzione di conservare un senso di identità attraverso ideali o modelli trasmessi durante la prima infanzia e reiterati attraverso gli anni della adolescenza. Secondo la Somatopsicodinamica ogni cosa ha una sua sede nel corpo. Gli ideali dell’io trovano la loro sede nel collo. Un collo rigido, bloccato, teso indica un tentativo di strutturazione dell’io basato su ideali. Un esempio di ideale dell’io è l’ identificazione con aspetti simbolici generalmente genitoriali. Questo non ha nulla a che vedere con l’imitazione di un modello offerto dal genitore. E’ molto chiaro che l’imitazione di un buon esempio, è un fattore di crescita positivo. Ma lo è solo se, parallelamente alla spinta genitoriale e sociale, la persona sia alla ricerca del proprio sentire in autonomia e sviluppi fiducia nel proprio sentire. Spesso questa possibilità non viene incentivata, e l’esempio di un padre o di una madre può offrire un modello che non sarà mai processato dalla propria capacità di vedere. Nasce così uno pseudo-io, che alimenta la maschera sociale, e che blocca nella persona la capacità di percepirsi per quello che sente e di contattare reali intuizioni su di sé e sulla realtà che la circonda. Spesso tale pseudo io viene conservato strenuamente, anche a costo della vita, perchè garantisce all’individuo un senso di coesione ed identità che altrimenti andrebbe a pezzi. Noi diciamo che nel collo sussiste l’istinto di conservazione e sopravvivenza. E’ sicuramente nella memoria profonda delle persone la sensazione di soffocamento legata alla nascita. Per fare ancora un altro esempio, pensiamo alla frase “allungare il collo”. Allungare il collo verso mete e ambizioni sociali, verso sempre più potere, sempre più ricchezza. Tale posizione, riscontrabile negli uomini in carriera (tra i quali le cervicalgie sono quasi una malattia professionale) o nella fisiognomica delle modelle (collo lungo e affusolato, da cigno), è l’emblema della...

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24 Jan La genesi di un progetto

Concepimento gestazione e nascita si riferiscono non solo alle tappe della gravidanza ma anche al percorso da compiere nella realizzazione di un progetto. La prima tappa è concepire, dal latino cum-capere, prendere insieme. Prendere con noi un’idea. L’idea è il seme spirituale che ha bisogno dell’umano per concretizzarsi. Ma non tutte le idee sono destinate a diventare realtà. La seconda tappa è la gestazione, etimologicamente gestare, ovvero portare. Questa seconda fase si riferisce all’attività di accudire e proteggere l’idea che comincia a svilupparsi e a prendere corpo. In questa fase è bene tenere il segreto, per non esporre a fallimento il progetto a causa di interferenze esterne. Questa fase è la più lunga e complessa (non a caso un bambino ha bisogno di nove mesi). Non bisogna avere fretta, ma neanche indugiare troppo nel portare dentro di sé l’idea. Quando la gestazione è giunta a termine bisogna separarsi dal frutto concepito e lasciare che venga alla luce. La terza tappa è la nascita. Dal sanscrito g’an ovvero essere. Perché un progetto nasca è necessario che venga esposto e condiviso con gli altri. Non è più nostro ma, da quel momento, appartiene alla storia. Vive di per sé. Ecco perché ogni progetto per riuscire necessita di una separazione da chi l’ha concepito e custodito. E’ bene dire, infatti, che l’idea concepita, fin dall’inizio, non era nostra, ma proveniva dall’evoluzione del genere umano (la parola g’an è anche legata alla parola genere). Noi siamo dei semplici terreni che intercettano i semi portati dal vento. Cerchiamo di essere terreni fertili e accoglienti. ...

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06 Sep LA VEGETOTERAPIA E IL CONCETTO DI INDIVIDUO SANO

Come potremmo definire “l’individuo sano”? Vi sottopongo questa definizione: l’individuo sano è colui che è in contatto con la propria naturale funzione e che è in grado di esprimerla nella relazione. L’argomento del nostro blog, ovvero come la Vegetoterapia di W.Reich può inserirsi nella tematica della salute, è molto vasto e articolato. Sentiamo spesso parlare di terreni e costituzioni, a proposito di quelle che possono essere le predisposizioni individuali ad ammalarsi. Intanto è opportuno precisare che per Reich, e per l’ indirizzo terapeutico a lui ispirato (1), lo squilibrio psichico e quello somatico sono i due versanti di una stessa radice, ovvero l’insorgere di una patologia è legata ad un tipo specifico di alterazione del flusso energetico che possiamo definire “terreno” (2). Spesso la malattia non è altro che il tentativo estremo del corpo di reagire allo squilibrio che si manifesta da anni rimanendo inascoltato. Ha un proprio specifico linguaggio, diverso a secondo del sistema o dei sistemi funzionali colpiti, ed è proprio questo linguaggio che va letto e riferito alla propria storia e a se stessi intesi come campo di energia vitale. Per questo la malattia non è il male assoluto e la guarigione è un processo di cambiamento di tutta la persona. Quindi possiamo affermare che la salute non è l’assenza di malattia, ma si riferisce ad una tendenza al benessere globale in cui la persona è dinamicamente impegnata in prima persona e realizzarlo. Non dipende dal medico o dall’istituzione sanitaria. E’ appunto un “processo”, non è uno stato rigido e immutabile. Anche i terreni vanno visti in quest’ottica e la costellazione delle nostre predisposizioni può essere cambiata con un apposito lavoro. In quest’ottica la malattia è la rottura di un equilibrio e il lavoro di risanamento può essere, per la persona che lo compie, l’occasione per riattivare e risvegliare consapevolmente risorse...

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24 Jan NATI DALLE ACQUE

Questo libro è una guida, quasi un manuale, che si indirizza agli operatori della

_XT16347webnascita (medici, psicologi, ostetriche) con l’obiettivo di ampliare le loro conoscenze teorico-pratiche nel campo della prenatalità e fare chiarezza nei meandri dell’offerta istituzionale e privata nel campo. Ma può essere letto da tutti, in particolare dalle future mamme e dai futuri papà che vogliono ampliare non tanto le conoscenze tecniche ma il proprio livello di consapevolezza riguardo ai grandi cambiamenti per la loro vita. Le domande a cui si prova a dare risposta sono: la nostra società è in grado di proporci un modello di prevenzione corretto? Come va intesa l’attività di sostegno alla maternità e alla paternità responsabili? Quali sono i diversi Modelli di riferimento esistenti? Come orizzontarsi? Su quali criteri va correttamente organizzato (e, da parte degli utenti, scelto) un Corso di accompagnamento alla gravidanza? L’Autrice, psicologa, ha elaborato una Metodologia della prevenzione fondata sulla somatopsicodinamica, seguendo la scuola di pensiero di Wilhelm Reich e dello psichiatra che ne sistematizzò l’opera, il Prof. Federico Navarro, di cui è stata allieva. In questo libro condensa le sue esperienze di psicologa clinica, di conduttrice di Corsi di accompagnamento per gestanti e di aggiornamento per operatori della nascita. E’ presente nel testo una ricca appendice di casi clinici e di lavoro con i gruppi di madri e padri. 

 

Si allega il link per l'acquisto del libro online: Nati dalle Acque immag libro

PRESENTAZIONE

La storia della nascita di ognuno di noi è un’ avventura fantastica e una esperienza sacra perché avviene grazie all’incontro. Tale incontro si dispiega nell’ambito di una relazione tra due esseri umani, un uomo e una donna, ma non solo. E’ anche l’incontro di due storie che si intrecciano. Le storie di due generazioni che recano con sé eventi familiari realizzati da individui con le loro passioni, i loro caratteri, le emozioni e i pensieri, le nascite e le morti che si combinano formando la trama su cui si appoggia ogni nuova vita. Ed ogni nuova vita - ancor prima di venire al mondo - reca in sé la propria preistoria disegnata dagli avi che l’hanno generata. La responsabilità delle nostre azioni va ben al di là del ciclo compiuto all’interno di un’unica esistenza. Essa si estende ai nostri figli, e ai figli dei figli che avremo generato. Questa storia infinita è la culla del genere umano, che è unito in fondo dal movimento incessante che tutto include, e questo movimento è energia. La Vita è l’essenza semplice e luminosa racchiusa in questa Responsabilità, e spetta a ciascuno di noi trovarla nella Verità che ci appartiene. La Verità è nel Sentire. Quando pensiamo, siamo soggetti ai condizionamenti, alle leggi, alla convenzioni sociali, alle norme religiose, ai precetti sociali. Ma un individuo fluido e armonioso è in grado di percepire il movimento della Vita al proprio interno e di obbedire a quest’unica verità, una verità che non si trasmette e non si impone: si può solo seguire. Il compito di ogni uomo e di ogni donna è di ricercare dentro e fuori di sé la luce. Non è poesia né arte, per quanto l’arte e la poesia possano contenerla, ma è la liberazione costante e progressiva della luce che pulsa in ogni singola cellula che ci compone. Essa è l’elemento germinativo della vita, e questo appare evidente guardando il neonato. Il neonato è un frutto generato dalle storie e dalle preistorie dei due genitori, ma è anche il frutto della vibrazione e del movimento scaturito da ogni seme di uomo ed ogni ovulo di donna che si sono avvolti l’uno nell’altro, e così ognuno di noi è il Figlio di una Genesi, ovvero reca l’essenza primordiale nella combinazione genetica. Tutto questo fa dell’essere umano un individuo unico, libero ed autonomo, che risentirà degli elementi generazionali, genetici e caratteriali, di chi lo ha preceduto, ma in fondo quello che lo fa vivere è la pulsazione della Vita stessa, che avviene a prescindere degli esseri umani. E’ ciò che regola l’esistenza dell’intero universo, dal movimento delle galassie a quello di ogni singola molecola d’acqua. Questo accadrà anche quando non esisteremo più. Noi ne avremo fatto parte, e tutto si sarà trasformato grazie a questo passaggio, perché tutto è collegato a tutto. Se un padre ed una madre non avranno saputo amare abbastanza il proprio figlio, non è detto che questa creatura sia condannata per sempre. Basterà che un giorno possa incontrare l’opportunità di sentire questa pulsazione vitale, e di apprenderne la bellezza, ed incontrarne la verità. Io credo che ad un certo punto di una storia di violenze, di dolore, di ottusità, come quelle che spesso avvengono nelle strutture compresse e frustrate delle cosiddette società del benessere, qualcuno che ne fa parte possa incontrare un proprio stato di maggior salute ed armonia, e possa trasmetterlo a qualcun altro. Grazie a questo, una catena di sofferenza si può spezzare, e da quel momento la genesi delle nuove vite seguirà un altro corso. Questo è quello che io intendo per Ecologia profonda. L’ecologia profonda è ben diversa dalla prevenzione della malattia: è il diritto di ciascuno di riconoscersi nella propria libertà grazie all’intima conoscenza della vita e delle sue manifestazioni. L’occasione della maternità e della paternità spinge le persone a preoccuparsi di se stesse e della propria salute, quando forse non se ne sono mai sufficientemente occupate, e le porta ad un rispetto nuovo del Corpo. E’ nel corpo che avviene questo mistero, ed è nel corpo che cresce e si forma il suo frutto. Dunque nella avventura della maternità e della paternità il corpo appare per la prima volta con la propria potenzialità creatrice. Da quel momento in poi può emergere una consapevolezza diversa, insieme al desiderio di un nuovo benessere. Ecco perché tante coppie sentono il bisogno di rispondere a questo desiderio. In fondo, dare alla luce un Altro da sé, riconduce ad bisogno di darsi una nuova vita.

Ogni uomo e ogni donna possono rigenerarsi grazie all’opportunità della maternità e della paternità. Quindi è una occasione evolutiva, questo è quello che noi chiamiamo Ecologia Profonda. Quando, a causa di una storia individuale difficile, ci si rende conto di aver bisogno di aiuto, allora subentra la Prevenzione: creare in sé e nell’interazione di coppia le condizioni per cambiare e sanare quello che non va, e che costituisce un rischio per la salute del futuro nascituro. La Prevenzione primaria è quando un uomo e una donna decidono di fare questo prima di concepire. Il compito degli operatori della nascita è quello di preparare se stessi a rispondere a questa domanda, e, anche, a suggerirla e stimolarla in quanti non l’hanno ancora compiutamente formulata. Ho deciso di scrivere questo libro per riunire in un unico testo una serie di studi, di ricerche e di esperienze da me compiute in qualità di psicologa nel corso degli ultimi quindici anni, anni in cui ho canalizzato il mio interesse professionale ed umano per la prevenzione socio-sanitaria nell’ambito della pre-natalità. Questo ambito, come abbiamo spiegato, riguarda quell’insieme di attività rivolte a permettere la nascita di individui sani, attività essenziali ai fini della costruzione di una società funzionale alle leggi della Vita.

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