24 Jan La genesi di un progetto

Concepimento gestazione e nascita si riferiscono non solo alle tappe della gravidanza ma anche al percorso da compiere nella realizzazione di un progetto.

La prima tappa è concepire, dal latino cum-capere, prendere insieme. Prendere con noi un’idea. L’idea è il seme spirituale che ha bisogno dell’umano per concretizzarsi. Ma non tutte le idee sono destinate a diventare realtà.

La seconda tappa è la gestazione, etimologicamente gestare, ovvero portare. Questa seconda fase si riferisce all’attività di accudire e proteggere l’idea che comincia a svilupparsi e a prendere corpo. In questa fase è bene tenere il segreto, per non esporre a fallimento il progetto a causa di interferenze esterne. Questa fase è la più lunga e complessa (non a caso un bambino ha bisogno di nove mesi). Non bisogna avere fretta, ma neanche indugiare troppo nel portare dentro di sé l’idea. Quando la gestazione è giunta a termine bisogna separarsi dal frutto concepito e lasciare che venga alla luce.

La terza tappa è la nascita. Dal sanscrito g’an ovvero essere. Perché un progetto nasca è necessario che venga esposto e condiviso con gli altri. Non è più nostro ma, da quel momento, appartiene alla storia. Vive di per sé. Ecco perché ogni progetto per riuscire necessita di una separazione da chi l’ha concepito e custodito.

E’ bene dire, infatti, che l’idea concepita, fin dall’inizio, non era nostra, ma proveniva dall’evoluzione del genere umano (la parola g’an è anche legata alla parola genere). Noi siamo dei semplici terreni che intercettano i semi portati dal vento. Cerchiamo di essere terreni fertili e accoglienti.

prato