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La D.ssa Cinzia Catullo, psicologa, si occupa dall’’84 di Psicologia della Salute. E’ Presidente e Direttore scientifico dell’Istituto per lo Studio e la Ricerca delle Metodologie della Prevenzione. E’ stata allieva del Prof. Federico Navarro, medico psichiatra e Vice-Presidente dell’I.Fe.N (Istituto Federico Navarro), Scuola di psicoterapia Piero Borrelli, aderente all’I.F.O.C. (International Federation of Orgonomic). E’ dall’86 consulente nel campo della prevenzione e della tutela della salute presso istituzioni ed organismi nazionali ed internazionali. Tra le proprie esperienze: responsabile nazionale del Settore Prevenzione e membro del Coordinamento Nazionale Mobbing dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), assistente alla Cattedra di Psicologia del Lavoro presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cassino, docente di corsi di formazione E.C.M per psicologi accreditati dal Ministero della Salute, membro del Gruppo di supporto psicologico degli Aereoporti di Roma.
Dal 1995 ad oggi, si è particolarmente occupata di prevenzione pre e post natale e della preparazione alla gravidanza e al parto. Effettua l’attività di psicologa presso i propri studi a Roma, Treviso e a Manziana, dove abita.

huna.2c@gmail.com

Blog

  • PREVENZIONE, ECOLOGIA PROFONDA E I PRINCIPI PER UNA NUOVA METODOLOGIA

    Inizierei da una domanda: che cos’è realmente il “fare prevenzione”? Il termine prevenzione – già di per se stesso- si lega etimologicamente al concetto di male e di malattia. Prevenire il male, prevenire le catastrofi, prevenire la crisi, in termini individuali, sociali, economici.: è il modo che la nostra società utilizza da sempre per mantenersi in equilibrio. E per mantenersi in equilibrio deve controllare la natura. A noi sembra che il termine “prevenzione” sia – ad oggi – ancora legato ad un vecchio modo di vedere la realtà, che ha promosso, nel tempo, una teoria di controllo unilaterale sull’ambiente. La prevenzione, in questo senso, è legata ad un modo chiuso di vedere i sistemi viventi e ne segue i presupposti. La malattia, o la catastrofe, qualunque essa sia, non è un evento da combattere come in una crociata. Anche la malattia ha una propria funzione e un proprio linguaggio: non è mai casuale e va inserita in un contesto. Lo stesso organo ammalato ha una sp...

  • IL LAVORO DI SECONDO LIVELLO NEL M.I.B.M. (Modello di intervento Bidimensionale Multilivello)

    La Teoria di Doppio Livello nell’ambito del mio Modello Metodologico di intervento per la prevenzione (M.I.B.M), dà una particolare rilevanza al lavoro di secondo livello, che ha come obiettivo un salto coscienziale dell’individuo e/o del suo contesto sociale. Tale lavoro viene portato avanti ormai da tempo in diverse proposte e attività sociali (che utilizzano come vettore l’espressione corporea piuttosto che quella artistica o dell’ immaginazione). Tutti questi strumenti nuovi, che si stanno moltiplicando sempre di più, spesso sono frutto di interventi episodici e non agiscono in base a Metodologie precisate In particolare non c’è abbastanza attenzione nella definizione dell’utenza. E’ mia opinione che questa modalità di proporre a tutti un lavoro evolutivo senza avere ben chiari i potenziali rischi per persone che abbiano invece bisogno di raggiungere step primari ( come una maggior coerenza nel funzionamento emotivo-relazionale) possa essere potenzialmente dannosa o non efficace ai...

  • L’esperienza del confine

    Voglio trattare sinteticamente il concetto di confine in riferimento al nostro campo di coscienza e al modo in cui il nostro sistema nervoso reagisce alla percezione della vicinanza/lontananza in termini di sicurezza/pericolo. La qualità della neurocezione si costituisce nell’infanza. Diverse sono le variabili che predispongono ad uno squilibrio percettivo: genitori invadenti; madri simbiotiche; il non saper toccare/accarezzare del caregiver di riferimento; deficit o eccesso nell’accudimento ( per esempio un biberon dato come un tappo) Tutte le più importanti esperienze costitutive riguardano l’esperienza di confine. La risposta motoria ed emotiva che diamo al contatto con l’altro ripete “in loop il modo in cui siamo stati toccati. Pensiamo alla reazione di ritiro dello psicotico in relazione ad una paura non reale nel qui ed ora. Oppure, all’opposto, alla tendenza a non proteggersi abbastanza in presenza di una rimozione della paura. Sono entrambi importanti alterazioni della pe...

  • Costellazioni Familiari Somatopsicodinamiche

    Che cosa sono le Costellazioni Somatopsicodinamiche © Ho ideato le Costellazioni Somatopsicodinamiche in base ad una mia personale ricerca compiuta attraverso lo studio e la conoscenza delle due diverse metodologie e dei loro punti di contatto. Le Costellazioni Somatopsicodinamiche sono uno strumento che si inserisce in una idea nuova dell’agire preventivo e del fare prevenzione. Chi è interessato può approfondire la base teorica del M.I.B.M. (Modello di Intervento Bidimensionale Multilivello), da me ideato circa dieci anni fa in quanto responsabile della prevenzione pre e post-natale presso l’Istituto Federico Navarro, illustrata nel mio libro “Nati dalle acque” . In parole semplici, il M.I.B.M. – i cui principi sono anche accennati nel nostro blog (http://www.cinziacatullo.com) – delinea due livelli di prevenzione, uno basato sulla presenza di un rischio, l’altro su una esigenza di tipo evolutivo. In questa sistematizzazione ci siamo richiamati all’idea di Ecologia Profonda (ve...

  • Perché la speranza non serve

    Perché la speranza non serve (Ovvero come non sopravvivere in tempi di pandemia)  Da molto tempo ormai si sente parlare di speranza. La speranza che tutto si risolva bene, che tutto possa tornare “come prima”, che un uomo forte ci conduca fuori dal tunnel. Letta in questo modo, la speranza non è l’immaginazione di altri mondi possibili, ma l’addormentamento delle coscienze. E’ la perfetta rappresentazione del pensiero unico : c’è un solo mondo possibile, quello conosciuto e raccontato con un amplificatore proprio come nei film di fantascienza dove un leader carismatico non fa altro che ripetere fino alla nausea da un grande schermo che quello è il mondo reale, che quelle sono le soluzioni, che quelle sono le condizioni, e che tutti devono crederci. E’ come stare a teatro, dove l’attore chiede una sospensione del giudizio allo spettatore, lo spettatore deve crederci e basta, deve credere che quelli che camminano e parlano del palcoscenico siano davvero  i personaggi rappresentati. Ma tu...

  • La teoria del livelli dalla prevenzione al lavoro traspersonale: da bi a tri-dimensionale

    La teoria del livelli dalla prevenzione al lavoro traspersonale: da bi a tri-dimensionale Si assiste oggi ad una proliferazione di offerte nel campo della crescita personale. Per chi non ha esperienza e capacità di lettura, è difficile scegliere il percorso più adatto. Questo non solo perché ci sono iniziative di dubbia qualità e spessore professionale, ma anche a causa della totale assenza di chiarezza in tale ambito. Già da molti anni ho messo a punto una teoria denominata “Modello di Intervento Bidimensionale Multilivello” (vedi bibliografia). In questa teoria ho tentato di sistematizzare in modo organico gli obiettivi e le strategie di un serio lavoro di prevenzione nella società, partendo dal concetto di benessere e non di malattia. In sintesi questi studi vogliono offrire un modus operandi agli operatori sociali ai diversi livelli di intervento (infanzia, gestazione e nascita, maternità e paternità consapevoli, formazione e sviluppo delle risorse umane), ma anche una possibilità ...