06 May Di pulsazione e amore

L’ottica sistemica a cui si ispira l’indirizzo metodologico più volte proposto in questo blog, prevede il collegamento tra l’ambito individuale, l’ambito sociale/culturale e l’habitat naturale (inteso come ecosistema planetario), riconoscendo a tutti una base funzionalmente identica.

Nel processo terapeutico, il cammino di guarigione passa attraverso il riconoscimento di sé come unità.

Anche la società, per essere sana, dovrebbe essere basata sull’interazione costante di ogni sua parte. Dal punto di vista della cultura, abolite le scissioni tra scienza e religione, tra tecnica e filosofia, tra medicina e magia, ogni azione dovrebbe potersi esprimere funzionalmente alla salute dell’insieme.

Sto parlando della ricerca di un movimento funzionale alla vita in ognuno di questi ambiti. Il ripristino di questo movimento vitale si esprime attraverso la pulsazione. Tutto pulsa, dall’organismo unicellulare al pianeta e all’intero cosmo: l’equilibrio individuale, quello di gruppo, e dell’ecosistema si basano sull’alternanza coerente e costante di espansione/contrazione. Questa è l’evidenza. Ogni cosa (vivente e non) si basa su questa alternanza, il cui ritmo può variare, ma riguarda il tutto. Anche il mondo dei minerali.

Questa  evidenza, però, non sembra ispirare l’azione politica e sociale. Se questa legge universale la potesse ispirare, i modi di funzionamento istituzionali sarebbero molto diversi dal quelli attuali, che rispecchiano individualità corazzate, informate dalla paura . Nei migliore dei casi, si tratta di un funzionamento nevrotico. In questo articolo guarderemo soprattutto ciò che si riverbera nelle relazioni: la coppia, la famiglia, i gruppi di appartenenza.

La tesi è che il  corazzamento generale delle relazioni, sia preponderante e massiccio.

In noi, in tutti noi, vive un nucleo sano, ma è debole e difficile da contattare perché compresso dalla rigidità delle nostre personalità impaurite e difese.

La relazione “risonante”

In particolare vorrei esaminare qui la relazione secondo una prospettiva orgonomica (1).

Abbiamo accennato al fatto che l’individuo è un campo di energia caratterizzato da un duplice aspetto, ovvero da una bi-polarità.

Se osserviamo la cellula vediamo che ha una pulsazione basata sul movimento bi-polare, dal centro verso la periferia e viceversa. Più tale pulsazione si esprime in modo coerente, più la cellula è sana e vitale. Questo riguarda anche i sistemi complessi, dagli organismi unicellulari all’essere umano.

Questo principio va esteso anche alla relazione. In questo articolo affronteremo l’aspetto duale: madre/figlio, per esempio, oppure uomo/donna.

Due unità che si attraggono ed entrano in contatto, sono due sistemi pulsanti. Questa pulsazione può anche essere misurata come bio-radianza. La materia di cui siamo fatti emette luce, e questa bio-radianza è tanto più rilevante quanto più siamo in salute.

Le pulsazioni di due sistemi entrano dunque “in fase”, e cominciano a vibrare all’unisono, dando luogo a un campo di risonanza che possiamo chiamare “campo vibrazionale di intersezione”.

Questo campo comune assume una propria identità distinta da quella dei due campi che l’hanno generata, e, dunque, pulsa con una propria vibrazione.

Questo nuovo campo, generato dall’incontro, ha una proprietà molto bella: restituisce ai campi che l’hanno generata un’onda vibratoria  che amplifica le rispettive pulsazioni.

Quindi:

  • la risonanza di una relazione dipende dalla qualità della pulsazione dei singoli individui-campi di energia, che la pongono in essere;
  • ha la proprietà di amplificarne la pulsatività.

La relazione risonante o amorevole si contraddistingue per il fatto di ampliare la potenzialità dei soggetti di quella relazione. Già quindi da qui si può riflettere su quanto poco ci preoccupiamo di attuare tale principio. Se ci guardiamo intorno, osserviamo con maggior frequenza relazioni conflittuali, relazioni simbiotiche o relazioni di sopraffazione.

In realtà, tutte le persone che si attraggono danno luogo a fenomeni di risonanza, purché si tratti di una relazione non corazzata, in cui ci si lasci permeare dall’altro (dagli altri).

Le personalità corazzate non hanno questa capacità e l’incontro tra di loro, di conseguenza, rischia di diventare un incontro tra armature caratteriali.

Ma cosa accade quando l’incontro avviene tra un individuo “armato” e un’altro capace di fluire? L’esempio più semplice è dato nella relazione tra un utero rigido e la minuscola vita generata.

Cosa può accadere nel contatto? Il campo pulsante del bambino sarà influenzato dalla rigidità della madre? Certamente, ma non c’è nulla di scontato in quello che potrà accadere, come in qualunque circostanza in cui un nucleo luminoso profondo erompe dalla densità della corazza.

Si genera una frizione nella materia, generata dal calore della luce che si rivela. Aumenta la temperatura interna e questo può causare dolore.

Più la materia è densa, più la corazza è rigida, più c’è dolore. Se il dolore si trasforma in tensione si crea rabbia e senso di rifiuto verso chi l’ha provocato, mentre invece bisognerebbe ringraziarlo e trattarlo non da nemico, ma da miglior alleato.

Questo può avvenire in qualunque relazione che abbia un coinvolgimento emotivo, come per esempio nell’innamoramento. L’innamoramento fa incontrare la luce. Ma anche la parte oscura della personalità che non trova modo di accogliere questa luce: possiamo fuggire dalla difficoltà, negare la nostra parte oscura, oppure la possiamo accogliere e accettare di com-prenderla.

E’ come nel mito di Apuleio: Psico vuole vedere Amore e da quel momento, cominciano le sue fatiche (2).

Potremmo vedere l’innamoramento come una catastrofe destrutturante.

Sembra infatti che la stessa forza dell’innamoramento, forza luminosa in origine, si possa tramutare in una forza distruttiva.

L’innamoramento appare come un evento inadatto alle condizioni quotidiane, alle regole, al conosciuto. Il fatto è che le regole, il quotidiano, la convivenza, TUTTO  si deve confrontare con le  nostre corazze. La luce della folgorazione amorosa deve calarsi nelle tenebre delle reciproche strutturazioni.

La luce incontra il buio. Ma questo conflitto è solo apparentemente con l’altro. In realtà è un processo interno, ciò che pulsa nella profondità di noi stessi. Il mio nucleo energetico incontra la densità della corazza, attraverso le sue molteplici stratificazioni temporali.

L’innamoramento è una condizione di verità in grado di liberare la memoria profonda dell’essenza, la parte di energia libera, non vincolata alla corazza, cioè alla difesa del sistema, e perciò disponibile ad accogliere la vita.

Quante volte vi siete innamorati e avete cambiato lo sguardo sulla vita? Siete diventati disponibili, ricettivi, permeabili, quasi trasparenti. L’innamoramento, come anche l’orgasmo generato dall’incontro amoroso, rievoca l’essenzialità, e rifugge il superfluo. E’ l’attimo fuori dallo spazio e dal tempo, l’eterno e l’infinito. Roland Barthes, quando parla del linguaggio degli innamorati, dice che solo questo linguaggio conosce il “sempre “ e il “mai”, fuori da ogni logica per ogni altro tipo di discorso.

Il problema grande è: come  questo stato di grazia può sopravvivere alla relazione duratura?

L’innamoramento in sé non richiede alcuno sforzo, nessuna qualità particolare. Ci si innamora gratis, senza una ragione, e non ci si può far nulla. E’ qualcosa che capita al di là della nostra intenzione, quindi indipendentemente dalla nostra capacità di amare.

Voglio dire che la destrutturazione delle corazze irrigidite nel tempo è temporanea, mentre lo scioglimento dei blocchi individuali è un lavoro certosino, graduale, paziente. Solo l’amore può essere motivante.

E.Fromm ci ricorda che l’amore non va confuso con il sentimento. L’amore è una forza intrinseca ed una facoltà: non dipende dall’esistenza di un oggetto. Come anche ci ha rivelato Dante Alighieri, “l’amore che move il mondo e l’altre stelle”.

Se non ho la capacità di amare, come faccio a dare amore?

Quindi dobbiamo affrontare il tema del passaggio dall’innamoramento all’amore : inevitabilmente, ciò può accadere solo nella relazione duratura. Perché? Perché, a differenza dell’innamoramento, l’amore richiede un lavoro paziente e continuo di ammorbidimento delle nostre rigidità, che non permettono di farci permeare dalla forza della vita. Perché le troppe paure, quelle che intervengono subito dopo la cosiddetta “luna di miele” si frappongono alla spinta pulsativa della trasformazione. Devo lavorare sulla paura, se voglio essere capace di accogliere la luce dell’amore.

Per W.Reich, più volte citato in questo blog, l’amore è la base della vita ed è la capacità dell’individuo sano di abbandonarsi al fluire dell’energia (da lui denominata orgonica, vedi nota)

E’ un lavoro su di sé, con la propria corazza caratteriale, con la condensazione delle proprie paure. I muscoli sono energia densa, si irrigidiscono quando veniamo rifiutati, abbandonati, sopraffatti. Ecco perché l’innamoramento prima, e l’amore poi, tendono a riattualizzare le precedenti esperienze di fallimento : quelle vissute nell’infanzia e nell’adolescenza.

Ecco ancora la tematica del lavoro, della fatica di Psiche per conquistare Amore (la propria naturale capacità amorosa). Occorre ripercorrere gli imprinting dolorosi, i condizionamenti ricevuti, e sciogliere i blocchi che queste memorie hanno intrappolato.

Lavoro, sì, perché questa corazza non si può rompere o spezzare. Va ammorbidita, e contattata.

Diffidate dei metodi violenti, delle promesse di risoluzione immediata.

Si tratta di un lavoro dolce, progressivo, richiede tempo.

E nel frattempo? Che faccio? Mi chiudo all’innamoramento e alle relazioni?

Ovviamente no. Però, si tratta di acquisire consapevolezza. E di fare una scelta.

Posso considerare l’altro come un nemico, inadatto ai miei bisogni, colpevole di non essere all’altezza o carente nei miei confronti, oppure cogliere l’opportunità, rivolgendomi a me stesso, e smettendola di attribuire la causa della mia insoddisfazione all’altro.

Krisnamurti dice:

L’amore può forse nascere quando c’è un completo silenzio e la mente può essere silenziosa solo quando comprende i propri movimenti come pensiero e sentimento. Per comprendere questo movimento di pensiero e di sentimento non ci deve essere condanna nell’osservarlo”

Stiamo parlando di una modalità di osservazione più oggettiva. Non giudizio, ma comprensione. E compassione: perchè gli schemi rigidi di relazione potrebbero essere causati da passaggi di crescita bloccati. Lo abbiamo detto: la relazione (non solo quella tra partner) è, tra le altre cose, la storia riattivata delle precedenti interazioni.

Questo consente di convertire le energie impegnate nell’attaccamento ai propri schemi e alla conservazione dei propri convincimenti a favore della comprensione delle modalità con cui si è creata la trappola in cui si è imprigionati.

La trappola, la prigione, è nel corpo. Se il corpo è cronicamente corazzato, anche quando non ci sono pericoli, il corpo diventa la nostra prigione, e non siamo più capaci di vitalità, perché ci siamo irrigiditi. Ma soprattuto non siamo più capaci di entrare in contatto con l’aspetto nucleare. Si crea una scissione tra il vero Sè e la personalità. La persona resta maschera, quindi è divisa da se stessa e non comunica più con il proprio nucleo vitale.

La divisione è tra personalità/maschera e persona/individuo, a diversi gradi di gravità. La forza dell’amore, può essere una forza che riporta a unione.

In conclusione, possiamo affermare che una relazione tra due (o più) persone non è l’addizione di due campi, ma un sistema “terzo”, dotato di una propria energia, di una vita e di una pulsazione propria, che risente della pulsazione dei singoli che l’hanno generata. Questo è nella relazione di coppia, ma anche per quanto riguarda la famiglia, i gruppi sociali, e così via.

Voglio sottolineare infine che il sistema è tanto più sano quanto più le singole parti che lo compongono hanno acquisito un proprio grado di definizione e una propria identità,  ben separata e distinta  rispetto ai propri contesti di appartenenza.

 

(1) L’orgonomia è la scienza, studiata da Wilhelm Reich, rivolta allo studio delle leggi universali che regolano la vita del vivente. L’individuo è un campo energetico informato  dal principio di Unità Funzionale e di Identità Somatopsiccologica. Per approfondimenti : La funzione dell’orgasmo, prima edizione 1927. Vedi anche le opere di Federico Navarro e le ricerche condotte dai suoi allievi della scuola di Napoli, l’I.Fe.N:

(2) Amore e Psiche è la più nota delle fiabe contenute nell’opera Le metamorfosi di Apuleio[1][2] (Metamorphoseon libri XI), note anche come L’asino d’oro (Asinus aureus[2])

 

Consigli di lettura:

L’arte di amare , Erich Fromm , prima ed.1957

Frammenti di un discorso amoroso (titolo originale: Fragments d’un discours amoureux) è un saggio del semiologo francese Roland Barthes.

Jiddu Krishnamurti, tra le numerose pubblicazioni: Il silenzio della Mente o Meditazione